Il melograno è una pianta la cui coltivazione ultimamente è in forte aumento, di pari passo alla richiesta dei suoi frutti, il cui consumo è in crescita sia freschi che in fantastiche spremute, in purezza o mixati ad altri agrumi.
I vantaggi sono parecchi, dalla produzione elevata alla remuneratività, senza trascurare la semplicità di conduzione dell'impianto.
Il nome scientifico della specie da frutto è Punica granatum e può avere un portamento arboreo o arbustivo, a seconda delle modalità di gestione. Ne esistono specie che producono frutti commestibili e non. Tra le prime sicuramente una delle varietà più coltivate in Italia è la Wonderful, che produce frutti deliziosi, grandi e colorati.
Il melograno però può essere coltivato in giardino anche per fini ornamentali, vista la bellezza dei suoi fiori dal colore rosso-aranciato, molto appariscenti, che si possono ammirare dalla tarda primavera sino all'estate.
La coltivazione del melograno si effettua solitamente in terra; raramente si opta per vasi di plastica di diametro minimo 35 cm o per la coltivazione in serra, se il clima non è suffucientemente caldo.
Il melograno patisce il freddo, specie se la temperatura scende sotto i 10° sotto zero. Per questo motivo in Italia è coltivato principalmente al Centro e al Sud, oltre che in Sicilia, ovvero dove il clima è temperato-caldo. Per dare i frutti necessita infatti di temperature diurne superiori ai 30°C.
Per la moltiplicazione si può procedere tramite:
L'ideale è un terreno sciolto, senza ristagni idrici; il melograno predilige terreni dal pH neutro, mentre non patisce il calcare o i terreni poveri di ferro.
Il periodo migliore per la messa a dimora è la primavera o l'autunno, cercando di evitare i periodi più freddi o piovosi.
Tra una pianta e l'altra e tra le diverse file è consigliabile tenere una distanza di 5 metri in caso di portamenti ad alberello e terreni particolarmente fertili, da poter ridurre fino a non meno di 3 metri in caso di terreni poveri e portamenti cespugliosi.
Se le temperature sono particolarmente elevate, bisogna innaffiare le piantine per qualche giorno consecutivo con 2-3 l d’acqua piovana, da somministrare di sera uniformemente sull’apparato radicale, senza bagnare il tronco.
Le piante in vaso invece vanno irrigate manualmente, regolando la quantità di acqua necessaria affinché il terreno sia sempre appena umido sotto la superficie.
Quando la pianta viene messa a dimora, per far sì che si adatti alla sua nuova posizione, è preferibile utilizzare un concime equilibrato, all'incirca 20 g per pianta ogni due mesi. In alternativa si può optare per un composto organico oppure del letame maturo, 1 kg ogni 4 mesi.
Nel caso di melograni coltivati in vaso bisogna avvalersi di concimazione liquida. Il prodotto, equilibrato, va somministrato in concomitanza con le diverse innaffiature.
L’altezza dell’albero raggiunge massimo i 3 metri. Stessa altezza devono avere i pali in cemento da interrare per la coltivazione. L'impianto del melograno consta di pali collegati tra di loro da cavi e fili d'acciaio tenuti in tensione.
Per quanto riguarda il sostegno alle piante, esso viene fornito da braccetti leggeri a forma di Y, di cui si regola l'inclinazione per lasciare ai frutti la miglior esposizione possibile al sole e nel contempo un valido supporto alla pianta.
La pianta del melograno produce alla base dei ricacci. Tali ramificazioni, chiamate polloni, vanno rimosse all'attaccatura (con cesoie o seghetti) per permettere alla chioma una crescita corretta.
Nel caso di forma ad alberello la prima potatura dovrà essere tra gli 80 cm e 1 m d’altezza, mentre per le successive ci si potrà limitare ad eliminare solo le ramificazioni malate o danneggiate.
Se la forma è a cespuglio, più naturale, non è necessario eliminare i polloni basali, solo i getti vecchi.
In entrambi i casi è fondamentale sfoltire la ramificazione interna, per permettere alla luce di penetrare.
Le melagrane si raccolgono in autunno; il momento specifico si capisce perché la buccia assume una tonalità rosso acceso o giallo. Utilizzando le cesoie per tagliare i gambi si scongiurano i rischi di danneggiare pianta e frutto.
Indicativamente la raccolta può iniziare dal mese di ottobre e durare per tutto il mese di novembre.
Sono diversi gli insetti che possono danneggiare i giovani germogli, gli steli fiorali e le parti più tenere del melograno; tra questi rientrano afidi, aleirodi e ragnetti rossi.
La pianta del melograno può anche essere colpita da malattie crittogamiche quali muffa grigia e alternariosi.
Se dopo tutto questo compendio si rientra comunque nella maggioranza che ha un rapporto solo con la melagrana e non con il melograno... allora il consiglio è quello di fare sempre di scorta di salute con iMelo, che consente tutto l'anno di acquistare comodamente online frutti di prima scelta!